Nel 2007-2008 nasce casualmente l’idea di un progetto pittorico legato all’Alchimia. Ispirato dal romanzo L’Opera al Nero della scrittrice francese Marguerite Yourcenar iniziò un approfondito lavoro di ricerca bibliografica finalizzato a una ricerca pittorica che è diventata, infine, ricerca esistenziale e spirituale.
Il percorso alchemico è un cammino arduo che induce l’uomo a liberarsi da tutti i vincoli e i punti fermi. Con la progressiva liberazione dell’essere, si percepisce il principio vitale, si giunge alle radici più profonde della vita. Anche l’alchimia si avvale, naturalmente, di simboli, il cui scopo principale era di protezione dalla violenza della religione.
Una volta compresa la simbologia alchemica, la scelta dell’artista è caduta su immagini essenziali, di impatto. L’idea portante doveva essere definita da una simbologia specifica. Nasce così la suddivisione del ciclo secondo tre fasi dell’Opus.
Nei dipinti ispirati alle tre fasi dell’Opus sono assenti i tradizionali simboli alchemici in quanto Marco si avvale soltanto del linguaggio cromatico avendo inizialmente collegato e poi depurato l’intera simbologia per lasciare posto soltanto al colore. Attraverso la sua ricerca, infatti, ha individuato l’esistenza di due modalità di rappresentazione: opus minor, articolata in tre fasi, e opus maior, articolata in sette fasi. La scelta ricade su minor in quanto i tre colori (nero, bianco, rosso) rendono immediatamente l’idea del percorso. Il Nero parte da un piccolo dipinto dal titolo La Scelta, in cui l’artista ha ritratto se stesso con parte del volto coperta da un maschera. Seguono, idealmente, Nigredo, Albedo e Rubedo, le Nozze mistiche del Re e della Regina, infine, l’ultimo (in fase di progettazione) Splendor Solis. Gli ultimi due sono visioni personalizzate mutuate dall’esperienza esistenziale dell’artista. Il percorso scelto da Chiuchiarelli, tuttavia, non parte dalla Nigredo. C’è un momento che precede questa prima fase e che l’artista ha voluto racchiudere nel piccolo dipinto dal titolo La Scelta. Nella vita di ognuno di noi esiste un momento di consapevolezza in cui si comprende se restare nell’ombra o andare verso la luce. Se si sceglie di andare verso la luce, il viaggio alchemico parte necessariamente dalla Nigredo, dall’oscurità dentro se stessi. È un percorso ciclico che non si conclude, ma si rinnova continuamente.
I due principi antitetici e complementari del maschile e femminile trovano espressione singolarmente e ugualmente bilanciati, rispettivamente, nella Nigredo e nell’Albedo per poi ricomporsi nella concordia oppositorum della Rubedo, fusione in un unico essere consapevole della compresenza in sé dei due principi. Le Nozze mistiche del Re e della Regina rappresentano il compimento dell’unità e dell’essere che procede fino alla fine. Infine, Splendor Solis ossia il raggiungimento della pienezza di se stessi.
Nella Nigredo la nudità è totale, mentre nella Rubedo le pudenda sono coperte. La nudità ha come fine il desiderio di non indossare più maschere, requisito indispensabile per intraprendere il cammino di conoscenza del Sé. Nella Rubedo le zone pubiche sono rivestite di oro e il motivo è semplice: la nostra cultura, da sempre velatamente sessuofobica, ha teso alla mortificazione della sessualità che, al contrario, nella Rubedo viene magnificata dall’oro, in quanto essa è sede del principio vitale dell’essere umano.
Nelle Nozze mistiche le corone rappresentano il coronamento del viaggio, la celebrazione di chi ha trascorso la propria vita, la propria giovinezza nel compimento del proprio percorso, percorso che è anche, in fieri, quello di Marco Chiuchiarelli, il quale nella Grande Opera ha inteso sintetizzare la coincidenza di arte e vita, il continuo trasmigrare dal buio alla luce, un risalire e ridiscendere e poi ancora risalire, a dimostrazione che la mèta è, per l’artista, ancora al di là da essere conseguita.