Le quattro tele di grande formato (3×2) raffiguranti gli Evangelisti nascono non da urgenza interiore dell’artista ma come opera di committenza ecclesiastica.
La richiesta prevedeva l’inserimento dell’arcobaleno come simbolo dell’alleanza tra Dio e Uomo.
Marco Chiuchiarelli ha voluto, invece, qui come già nella ‘Via Crucis’, dare voce, dopo lunga ricerca, alla sua personale interpretazione partendo come presupposto dalla veridicità dei Vangeli. È stata rispettata la suddivisione tradizionale dei testi, i tre Vangeli sinottici (Marco, Matteo, Luca) e, separatamente, il Vangelo di Giovanni.
Premessa necessaria alla comprensione del ciclo pittorico è il sapere che la lettura dei Vangeli avviene secondo la lectio divina, un sistema di lettura suggerito dalla Chiesa che si articola in quattro momenti: Lettura (Marco), Meditazione (Matteo), Preghiera (Luca), Contemplazione (Giovanni).
Il primo momento, ossia la Lettura, è legato all’evangelista Marco. Il Vangelo di Marco è il primo e deriva dalla cosiddetta fonte Q.
Il momento della Meditazione è invece associato a Matteo. Il suo è, infatti, considerato un vangelo meditativo. La Preghiera è legata a Luca ed è definito il Vangelo della Madonna. Si ritiene che Luca sia stato il primo ritrattista della Vergine. Il blu del fondo della tela richiama, non a caso, il mantello di Maria.
Infine, il momento della Contemplazione. Vangelo di Giovanni in quanto è il vangelo spirituale.
L’impianto strutturale dell’opera segue, come anticipato, la suddivisione canonica: i tre sinottici e Giovanni. I tre evangelisti sono tutti raffigurati seduti su una roccia, elemento, questo, fondamentale per la comprensione dei dipinti, in quanto suggerisce che siamo ancora in una fase ‘materiale’ della lettura dei testi sacri.
Marco indossa il cappuccio, il capo è semicoperto perché è il momento della lettura, quindi di massima concentrazione, momento deputato al primo contatto con la parola di Dio. Il cappuccio funge quindi da parete isolante che protegge l’evangelista da fastidiose intromissioni del vociante mondo esterno. Il libro è aperto.
Nella seconda tela, la fase della Meditazione, il libro è chiuso. È il momento della riflessione che segue la lettura dei Sacri Testi. La terza fase introduce alla Preghiera: dal volto dell’Evangelista traspare lo stato di abbandono, il libro è portato al petto e il fondo blu, questa volta, presenta una sfumatura circolare che rende visivamente le onde del cuore che si propagano verso il divino.
L’ultima tela è la fase della Contemplazione. L’uomo si alza dalla roccia perché ora è il momento dell’elevazione, deve guardare verso l’alto, e gli occhi sono aperti, mentre gli altri Evangelisti hanno gli occhi chiusi. Soltanto in questo istante, lo spirito dell’Evangelista è pronto a penetrare la luce di Dio.
Leggendo i quattro dipinti come un unico corpus si intuisce il disegno concettuale del lavoro di Marco Chiuchiarelli: i quattro Evangelisti non sono più quattro entità individuali, ma rappresentano non altro che un percorso unitario articolato in quattro ‘tempi’, quattro tappe necessarie affinché l’Uomo, partendo dalla comprensione intellettuale dei Vangeli, e completandone l’interiorizzazione con la preghiera e la meditazione, momenti imprescindibili per un reale appropriarsi della parola di Cristo, giunge inevitabilmente a godere visivamente dell’oggetto della sua ricerca.
Le Foglie d’Oro. Il Vangelo è Parola di Dio
Tutte e quattro le tele sono impreziosite dall’utilizzo di foglie d’oro. Non sono un semplice elemento decorativo finalizzato a una fruizione estetica dell’opera. Hanno uno scopo preciso.
Nella prima tela le foglie simboleggiano il Verbo di Dio che piomba sull’uomo. Il loro incontro è raffigurato geometricamente dai vertici del cono delle foglie e del cono dell’uomo che si toccano.
Nella seconda tela i due fondi sono orizzontali: è necessaria la calma per meditare.
Nella terza tela il taglio delle foglie sale verso l’alto assecondando l’elevarsi della preghiera.
Infine, nella quarta tela si assiste a una rivoluzione totale. Se nei tre sinottici la Parola di Dio incombe sull’uomo, nel Vangelo di Giovanni è l’uomo che, una volta sollevato, penetra nelle foglie d’oro, ossia nel Verbo e si fa egli stesso Parola. Si concretizza in tal modo il fine della lettura dei Vangeli: l’uomo deve farsi a sua volta Parola d’Amore.